Il primo passo per un ambiente sano è lo spazio. Un cincillà adulto ha bisogno di poter correre, saltare e arrampicarsi, comportamenti naturali che richiedono più altezza che larghezza. Una misura minima per la gabbia per un cincillà è 100 × 80 cm di base e almeno 120 cm di altezza; meglio se la gabbia è modulare o a sviluppo verticale con due o tre piani collegati da rampe o piattaforme. Il telaio deve essere in metallo verniciato a polveri e non in zinco grezzo: i cincillà rosicchiano tutto e lo zinco, se ingerito, provoca intossicazioni. Anche le maglie contano: massimo 1,5 cm per evitare che le zampette s’infilino. Il fondo a griglia va evitato; meglio un vassoio pieno che sostenga uno strato di lettiera, perché i cincillà non portano calzature e la rete causa pododermatiti dolorose.
Indice
- 1 Dove collocare la gabbia: luce, temperatura e rumore
- 2 Pavimento e lettiera: comfort, igiene e controllo degli odori
- 3 Piani, mensole e zone di arrampicata
- 4 Rifugio e nido: sicurezza psicologica
- 5 Bagno di sabbia: il rituale quotidiano
- 6 Punto cibo e punto acqua: stazione di alimentazione
- 7 Giochi, tronchetti e materiali da rosicchiare
- 8 Sicurezza interna: evitare materiali e oggetti pericolosi
- 9 Routine di pulizia e manutenzione
- 10 Fuori gabbia: il “parco giochi” controllato
- 11 Conclusioni
Dove collocare la gabbia: luce, temperatura e rumore
I cincillà vengono dagli altipiani andini, abituati a giornate fresche e asciutte. In casa l’ideale è una stanza con temperatura tra 15 °C e 22 °C, umidità sotto il 50 % e niente colpi di sole diretti. Evita l’esposizione a finestre orientate a sud in estate, termosifoni, stufe e correnti d’aria. Sono animali crepuscolari: un angolo relativamente quieto di giorno e non troppo trafficato di notte riduce stress e battito cardiaco. I rumori a bassa frequenza, come televisori o casse hi-fi, possono spaventarli; collocare la gabbia su un ripiano solido, lontano dal pavimento, attutisce vibrazioni.
Pavimento e lettiera: comfort, igiene e controllo degli odori
La lettiera deve assorbire l’umidità senza produrre polvere. Il granulato di carta riciclata pressata funziona bene, così come i pellet di legno non resinoso (pioppo o faggio). Evita trucioli di pino e cedro: rilasciano fenoli aromatici irritanti per le vie respiratorie. Uno spessore di 3–4 cm attutisce i salti e semplifica la pulizia. Rimescola quotidianamente i punti più bagnati e sostituisci l’intero strato ogni 5–7 giorni; il vassoio, in plastica rigida o acciaio inox, va lavato con acqua calda e sapone neutro, risciacquato e asciugato completamente per prevenire muffe.
Piani, mensole e zone di arrampicata
Almeno tre ripiani distribuiti in altezza permettono al cincillà di compiere balzi di 40–50 cm senza rischiare cadute eccessive. Le mensole in legno duro (faggio, betulla, frassino) sono migliori della plastica perché offrono presa, non si scheggiano in modo pericoloso e, se rosicchiate, non rilasciano frammenti tossici. Vanno fissate con bulloni passanti e rondelle esterne in modo che non si stacchino sotto il peso o l’attività notturna. Puoi variare l’assetto ogni due mesi per stimolare la curiosità, lasciando però qualche percorso familiare per non disorientare l’animale.
Rifugio e nido: sicurezza psicologica
Ogni cincillà ha bisogno di un tunnel o di una casetta chiusa dove nascondersi e dormire. Una struttura in legno non trattato, con ingresso di 10 cm e tetto piano che funzioni da piattaforma aggiuntiva, sostiene l’esigenza di rifugio e di arrampicata. Evita le case in plastica trasparente: trattengono calore e odori, accrescendo lo stress. Il nido va collocato in alto, in un punto non direttamente esposto alla porta della stanza, così l’animale percepisce controllo sul territorio e non si sente braccato.
Bagno di sabbia: il rituale quotidiano
I cincillà non si bagnano in acqua; usano una fine sabbia vulcanica che assorbe sebo e umidità dal mantello. Servono 3–4 cm di sabbia in una vaschetta robusta e chiusa da pareti alte almeno 15 cm per limitare la dispersione di polvere. Offri il bagno 10–15 minuti ogni sera: sessioni più lunghe o permanenti seccano eccessivamente la cute. Dopo tre o quattro usi butta la sabbia o setacciala con un colino per rimuovere pellet e peli, poi integra con materiale fresco.
Punto cibo e punto acqua: stazione di alimentazione
Usa due ciotole separate in acciaio inox o ceramica smaltata, pesanti e a prova di rovesciamento. Una ospita il pellet specifico per cincillà (non miscele da roditori generiche), l’altra le porzioni quotidiane di fieno di erba medica o fleolo, che devono costituire almeno il 70 % della dieta. Il fieno può anche essere in un rastrellierino a griglia, fissato all’esterno per ridurre lo spreco. L’acqua va in un beverino a sfera da 250–500 ml, montato all’esterno della rete con il beccuccio che sporga all’interno; puliscilo ogni due giorni con scovolini sottili per evitare biofilm.
Giochi, tronchetti e materiali da rosicchiare
I denti del cincillà crescono per tutta la vita: fornire legno da masticare evita malocclusioni. Rami di nocciolo, salice o manzanita, privi di pesticidi, sono ideali. Blocchetti di pietra pomice o tavolette di calce e minerali tengono sotto controllo l’usura degli incisivi. Un paio di giochi di foraggiamento, per esempio cubetti forati in cui nascondere fieno profumato, incentivano l’attività mentale. Limita le corde in cotone: se ingerite possono causare stasi intestinale.
Sicurezza interna: evitare materiali e oggetti pericolosi
Niente plastica sottile, vernici, viti zincate, colla a caldo o tessuti sfilacciati: i cincillà li rosicchiano e rischiano lesioni o blocchi intestinali. Le ruote da corsa devono avere diametro minimo 38 cm, superficie piena (non a pioli) e cuscinetto silenzioso; ruote più piccole curvano la schiena. Rimuovi eventuali elastici, graffette o parti sporgenti in metallo. Se usi un termometro wireless, assicurati che sia all’esterno della gabbia o racchiuso in un guscio in plexiglas traforato.
Routine di pulizia e manutenzione
Ogni giorno rimuovi lettiera sporca, fieno avanzato e pellet caduto. Una volta a settimana lava i ripiani con una soluzione di acqua tiepida e aceto 1 : 1, risciacqua e asciuga bene; l’aceto sgrassa senza lasciare residui chimici nocivi. Una volta al mese smonta la gabbia, passa tutti i pezzi in doccia o vasca con sapone di Marsiglia, controlla saldature, rivernicia eventuali graffi con vernice atossica e asciuga al sole o con aria calda, mai umida: la ruggine insidia i bordi taglienti.
Fuori gabbia: il “parco giochi” controllato
Anche la gabbia meglio strutturata non sostituisce il moto libero. Dedica 30–60 minuti al giorno a un’area sicura, priva di cavi elettrici, piante tossiche o tappeti spessi; copri angoli stretti dietro mobili. Prepara alcuni tunnel in cartone, ponti e scatole d’uovo vuote per farlo esplorare. La ricompensa al rientro nella gabbia può essere un piccolo premio di rosa canina disidratata o ½ uvetta, cibi da dare raramente perché ricchi di zuccheri ma utili a rinforzare l’associazione positiva.
Conclusioni
Allestire la gabbia di un cincillà significa ricostruire in miniatura le scarpate rocciose del suo habitat: aria fresca, appigli verticali, rifugi sicuri, substrato asciutto, polvere fine per «fare il bagno» e tanto materiale da rosicchiare. Con una corretta collocazione domestica, manutenzione regolare e uscite quotidiane controllate, il tuo cincillà può vivere oltre quindici anni in piena salute, ricambiando con curiosità, salti acrobatici e quel soffice silenzio che rende speciale la convivenza con lui.